Classificazione degli ambienti corrosivi e comportamento dell’acciaio zincato

Al solo fine di avere una caratterizzazione degli ambienti corrosivi, la norma UNI EN ISO 9223, si basa sulle velocità di corrosione dello zinco a partire da superfici metalliche durante il primo anno di esposizione per classificare l'aggressività dei diversi ambienti. In questo modo, la classificazione è resa più agevole ma effettuare una previsione di durata del rivestimento a partire dai valori tabellati in prospetto 1, risulta troppo prudenziale. Infatti, ci sono due concause che portano a sottostimare l'efficacia nel tempo della protezione:

  • Il fatto che si consideri il comportamento dello zinco durante il primo anno di esposizione significa che si sono considerati i mesi durante i quali la patina di conversione (o di passivazione) non è sviluppata o non sufficientemente stabile. Ciò comporta velocità di corrosione più alte rispetto alla realtà degli anni successivi.  Se una valutazione di durata viene effettuata sulla base degli intervalli di velocità di corrosione previsti in tabella 1 della UNI EN ISO 14713-1 si moltiplica questo errore per il numero di anni da considerare, sottostimando la protezione di diverse decadi;
  • L’agente principale nella corrosione atmosferica dello zinco è il biossido di zolfo – SO2 che risulta essere determinante per l’ordine di grandezza della velocità di corrosione dello strato di rivestimento. I dati di composizione dell'aria sono stati rilevati tra il 1990 ed il 1995, quando i valori di concentrazione di SO2 nelle atmosfere considerate erano sensibilmente più elevati di quelli attuali. Il miglioramento indotto dalle normative per il controllo dell’inquinamento ha reso più duratura anche la zincatura a caldo. La mappatura continua della qualità dell’aria in Italia conferma un trend di riduzione dell’inquinamento da SO2, consistente e progressivo, dovuto all’applicazione di leggi nazionali e direttive comunitarie.

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Per la stima della durata del rivestimento, risultano molto più attendibili le tabelle presenti nella normativa UNI EN ISO 9224:2012, da cui sono desumibili i range di velocità di corrosione o le durate attese per 10, 20 o 30 anni.

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In ogni caso, anche accettando precauzionalmente le durate indicate seguendo i range di velocità di corrosione indicati in UNI EN ISO 9223 o, equivalentemente, in UNI EN ISO 14713-1, le proprietà del rivestimento di zincatura assicurano una protezione di lunghissima durata: per esempio, in area costiera urbana (con apprezzabile tasso di inquinamento - C3) un rivestimento di 100 µm svolge la sua azione per più di 50 anni, ben oltre la durata di qualsiasi anti- ruggine o verniciatura. Infatti, secondo gli standard di riferimento per costruzioni realizzate in acciaio, le previsioni di durata alla prima manutenzione dei sistemi anti-corrosivi polimerici e delle vernici in genere non superano i 10 anni.

 

Altre evidenze sperimentali, come ad esempio i risultati della mappatura della corrosione in Italia dimostrano che in tutti gli ambienti considerati, dal rurale al cittadino e dal costiero all'industriale, le velocità di corrosione risultano inferiori a 1 μm/anno.

 

Tutto ciò significa che, con la protezione offerta da un rivestimento di zincatura dello spessore standard di 85 µm non ci sono esigenze di manutenzione per tutta la durata di vita utile del manufatto nella maggior parte dei casi applicativi. La zincatura ottenuta sui profili di acciaio strutturale, di solito eccede significativamente i minimi di spessore previsti dagli standard. Ciò determina una protezione che supera i 60 anni in molti ambienti.

 

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