Riferimenti alla norma UNI EN ISO 14713 parte 1
La norma UNI EN ISO 14713 parte 1 Fornisce informazioni importanti ma generiche sulle performance anti-corrosive dello zinco.
Oltre a consigli sulla progettazione degli articoli per evitare o sfavorire la corrosione, entra in molteplici aspetti e caratteristiche del coating di zinco, come ad esempio la protezione offerta per i profili cavi anche sulle superfici interne ed il rivestimento dei bulloni (per la zincatura dei quali è disponibile una normativa di prodotto specifica, la UNI EN ISO 10684).
Inoltre, si introducono anche i sistemi-duplex (verniciatura e zincatura) con riferimenti alle normative EN ISO 12944-5 e EN 13438. Il sistema duplex è anche visto come possibile manutenzione del rivestimento di zinco, quando dopo un periodo di esercizio prolungato, si ha che lo spessore dello zinco residuo misuri 20-30 μm. Tale sistema, infatti, viene indicato come metodo preferibile per ottenere che i manufatti siano protetti eccellentemente anche dopo che la zincatura a caldo abbia esaurito la sua lunghissima vita utile (ragionevolmente dopo molti decenni di esposizione all’ambiente corrosivo). Per la residua consistente presenza di zinco, la protezione si esplica in sinergia con la vernice, lasciando l’acciaio del substrato indenne dalla corrosione ancora per un lungo periodo, senza la minima comparsa di ruggine.
In taluni casi è anche possibile realizzare una ri-zincatura di strutture o parti di esse, che necessitano di manutenzione una volta che la zincatura originaria si sia consumata, se si sfruttano opportunamente le caratteristiche di modularità e smontabilità proprie delle realizzazioni in acciaio.
La sezione più interessante della EN ISO 14713 - parte1 è, senz’altro, quella relativa alla corrosione nei differenti ambienti con il comportamento della zincatura non solo in atmosfera, ma anche nel suolo, nelle acque e a contatto con diverse sostanze chimiche, cemento, legno ed altri metalli.
La norma chiarisce, inoltre, che i test di resistenza alla corrosione basati su nebbia salina, kesternich, camera umido statica, cioè comportanti una condizione di corrosione artificialmente accelerata, non possono essere applicati per predire la durata della zincatura dal momento che, impedendo lo sviluppo della patina di passivazione, non consentono l’esplicarsi del meccanismo stesso con cui lo zinco esercita la sua azione protettiva.